Oncologia & Immuno-Oncologia
Aggiornamento in Medicina
Gli agonisti dell’ormone di rilascio dell’ormone luteinizzante ( agonisti LHRH ) per il trattamento del tumore alla prostata sono associati a effetti tossici a lungo termine, inclusa osteoporosi.
L’uso di estrogeno parenterale potrebbe evitare le complicazioni a lungo termine associate agli antagonisti LHRH e le complicazioni tromboemboliche associate agli estrogeni orali.
In uno studio multicentrico, in aperto, randomizzato e di fase 2, sono stati arruolati uomini con carcinoma prostatico localmente avanzato o metastatico che dovevano iniziare una terapia ormonale non-definita.
È stata effettuata una randomizzazione con minimizzazione in un rapporto 2:1 e i pazienti sono stati assegnati a 4 cerotti agli estrogeni auto-somministrati ( 100 mcg per 24 ore ) da sostituire 2 volte a settimana o a agonisti LHRH somministrati secondo la pratica locale.
Dopo il raggiungimento di concentrazioni da castrazione di testosterone ( uguali o inferiori a 1.7 nmol/L ) gli uomini hanno ricevuto 3 cerotti all’Estrogeno cambiati 2 volte a settimana.
L’esito primario, morbilità e mortalità cardiovascolari, è stato analizzato per intention-to-treat modificato e per terapia al momento dell’evento in modo da tener conto del cambio di trattamento nei casi di progressione della malattia.
Nello studio, 85 pazienti sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere gli agonisti LHRH e 169 a ricevere cerotti a base di estrogeni.
Tutti gli 85 pazienti hanno iniziato il trattamento con agonisti LHRH e 168 i cerotti con estrogeni.
A 3 mesi, 70 ( 93% ) dei 75 pazienti trattati con agonisti LHRH e 111 ( 92% ) dei 121 trattati con estrogeni hanno ricevuto concentrazioni da castrazione di Testosterone.
Dopo un follow-up mediano di 19 mesi ( intervallo interquartile, IQR 12-31 ), sono stati riportati 24 eventi cardiovascolari, 6 eventi in 6 ( 7.1% ) uomini del gruppo agonisti LHRH e 18 eventi in 17 ( 10.1% ) uomini nel gruppo cerotti con estrogeni.
Nove ( 50% ) dei 18 eventi nel gruppo estrogeno si sono manifestati dopo il passaggio agli agonisti LHRH.
I cambiamenti medi a 12 mesi nelle concentrazioni di glucosio a digiuno sono stati 0.33 mmol/L ( 5.5% ) nel gruppo agonisti LHRH e -0.16 mmol/L ( -2.4% ) nel gruppo cerotti con estrogeni ( p=0.004 ) e per il colesterolo a digiuno sono stati 0.20 mmol/L ( 4.1% ) e -0.23 mmol/L ( -3.3% ), rispettivamente ( p inferiore a 0.0001 ).
Altri eventi avversi riportati in 6 mesi hanno incluso: ginecomastia ( 15 [ 19% ] su 78 pazienti nel gruppo agonisti LHRH vs 104 [ 75% ] su 138 nel gruppo cerotti con estrogeni ), vampate ( 44 [ 56% ] vs 35 [ 25% ] ) e problemi dermatologici ( 10 [ 13% ] vs 58 [ 42% ] ).
In conclusione, l’Estrogeno parenterale potrebbe rappresentare una potenziale alternativa agli agonisti LHRH nella gestione del cancro alla proststa qualora venisse confermata l’efficacia.
Sulla base di questi risultati, l’arruolamento nello studio PATCH è stato esteso, con un esito primario di sopravvivenza libera da progressione. ( Xagena2013 )
Langley RE et al, Lancet Oncol 2013; 14: 306-316
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