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Tumore prostata

Everolimus per il trattamento dei tumori neuroendocrini del pancreas avanzati: sopravvivenza globale e biomarker circolanti


Everolimus ( Afinitor ) ha migliorato la sopravvivenza mediana libera da progressione di 6.4 mesi nei pazienti con tumori neuroendocrini ( NET ) del pancreas avanzati rispetto al placebo nello studio RADIANT-3.

Sono stati presentati i dati finali di sopravvivenza globale ( OS ) e i dati sull'impatto dei biomarcatori sulla sopravvivenza globale dello studio RADIANT-3.

I pazienti con NET del pancreas avanzato, progressivo, di grado basso o intermedio sono stati assegnati in modo casuale a Everolimus 10 mg/die ( n=207 ) oppure a placebo ( n=203 ).
Il passaggio da placebo a Everolimus è stato consentito alla progressione della malattia.

Sono stati determinati i livelli basali di cromogranina A, enolasi neurone-specifica e biomarcatori angiogenici solubili e il loro impatto sulla sopravvivenza globale.

Dei 410 pazienti che sono stati arruolati tra il 2007 e il 2014, 225 hanno ricevuto in aperto Everolimus, tra cui 172 pazienti ( 85% ) assegnati in modo casuale inizialmente al braccio placebo.

La sopravvivenza globale mediana è stata di 44.0 mesi per quelli assegnati in modo casuale a Everolimus e di 37.7 mesi per quelli assegnati in modo casuale a placebo ( hazard ratio, HR=0.94; P=0.30 ).

Elevati valori di base di cromogranina A, enolasi neurone-specifica, fattore di crescita placentare, e recettore 1 solubile del fattore di crescita vascolare endoteliale sono stati fattori prognostici sfavorevoli della sopravvivenza globale.

Gli eventi avversi più comuni sono stati stomatiti, rash e diarrea.

In conclusione, Everolimus è risultato associato a una sopravvivenza mediana globale di 44 mesi nei pazienti con tumore NET del pancreas avanzato progressivo; questa è la più lunga sopravvivenza globale riportata in uno studio di fase III per questa popolazione.
Everolimus è risultato associato a un beneficio di sopravvivenza di 6.3 mesi, anche se questo risultato non era statisticamente significativo.
Il crossover dei pazienti ha probabilmente confuso i risultati sulla sopravvivenza globale. ( Xagena2016 )

Yao JC et al, J Clin Oncol 2016; 34: 3906-3913

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