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Tumore prostata

Impatto della chemioterapia perioperatoria sulla sopravvivenza nei pazienti con tumore uretrale primario in stadio avanzato


Uno studio clinico, multicentrico, internazionale, ha valutato l'impatto della chemioradioterapia perioperatoria nel carcinoma dell’uretra primario ( PUC ) in stadio avanzato.

Lo studio ha incluso un campione di 124 pazienti ( 86 uomini e 38 donne ) con diagnosi e/o sottoposti a intervento chirurgico per carcinoma uretrale primario presso 10 Centri di riferimento nel periodo 1993-2012.

I pazienti sono stati sottoposti a un follow-up mediano di 21.0 mesi ( follow-up medio: 32 mesi; intervallo interquartile: 5-48 mesi ).

Fra i pazienti inclusi nello studio, 12 pazienti ( 31% ) sono stati sottoposti a chemioterapia neoadiuvante ( NAC ), 6 pazienti ( 15% ) sono stati sottoposti a chemioradioterapia neoadiuvante ( N-CRT ) in associazione a chemioterapia adiuvante ( ACH ), mentre 21 pazienti ( 54 % ) sono stati sottoposti a chemioterapia adiuvante ( ACH ).

La somministrazione di chemioterapia neoadiuvante o di chemioradioterapia neoadiuvante è stata associata alla presenza di malattia con linfonodi clinicamente positivi ( cN+; P = 0.033 ) e a un minor ricorso a cistectomia nell'intervento chirurgico ( P = 0.015 ).
Il tasso di riposta obiettiva nei pazienti sottoposti a chemioterapia neoadiuvante e a chemioradioterapia neoadiuvante è stato, rispettivamente, del 25% e del 33%.
La sopravvivenza globale a 3 anni nei pazienti che hanno mostrato una risposta obiettiva al trattamento neoadiuvante ( sia risposta completa che parziale ) è stata del 100% nei pazienti con malattia stabile e del 58.3% nei pazienti con malattia in progressione ( P = 0.30 ).

Fra i 26 pazienti con malattia in stadio superiore o uguale a cT3 e/o con malattia con linfonodi clinicamente positivi, 16 pazienti ( 62% ) hanno ricevuto chemioradioterapia perioperatoria, mentre 10 pazienti ( 38% ) sono stati sottoposti a intervento chirurgico immediato senza precedente chemioterapia perioperatoria.

In questo sottoinsieme di pazienti con malattia in stadio localmente avanzato ( stadio superiore o uguale a cT3 e/o malattia cN+ ), la sopravvivenza globale a 3 anni è stata del 100% per i pazienti sottoposti a chemioterapia neoadiuvante ( n = 5 ), del 100% per i pazienti sottoposti a chemioradioterapia neoadiuvante ( n = 3 ), del 50% per i pazienti sottoposti a solo intervento chirurgico ( n = 10 ) e del 20% per i pazienti sottoposti a intervento chirurgico con chemioterapia adiuvante ( n = 8; P = 0.016 ).
In questo sottogruppo di 26 pazienti, la somministrazione di trattamento neoadiuvante è risultata significativamente associata a una migliore sopravvivenza libera da recidiva a 3 anni ( RFS; P = 0.022 ) e a una migliore sopravvivenza globale ( OS; P = 0.022 ).

La localizzazione prossimale del tumore è stata invece correlata a una minore sopravvivenza libera da recidiva a 3 anni ( P = 0.056 ) e a una diminuita sopravvivenza globale ( P = 0.005 ).

In conclusione, nella serie analizzata, nei pazienti che hanno ricevuto chemioterapia neoadiuvante o chemioradioterapia neoadiuvante per il trattamento di tumore dell’uretra primario in stadio cT3 e/o con linfonodi clinicamente positivi è stato osservato un potenziale miglioramento della sopravvivenza rispetto ai pazienti sottoposti ad immediato intervento chirurgico in associazione o meno a chemioterapia adiuvante. ( Xagena2015 )

Gakis G et al, Ann Oncol 2015; 26: 1754-1759

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