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Tumore prostata

Olaparib aumenta la sopravvivenza nelle pazienti con tumore alla mammella metastatico positivo alla mutazione BRCA


Sono stati presentati i risultati dello studio di fase III OLYMPIAD nel tumore alla mammella metastatico con mutazione BRCA.
E’ il primo studio di fase III positivo per Olaparib ( Lynparza ), un inibitore PARP, al di fuori del tumore ovarico, patologia per la quale il farmaco è disponibile in Italia dal 2016.

Si stima che ogni anno, in Italia, circa 50.000 donne ricevano una diagnosi di tumore alla mammella, e di queste circa un 20-30% presenta metastasi alla diagnosi o le svilupperà negli anni successivi.
Ad oggi l’obiettivo del trattamento è aumentare il più possibile la sopravvivenza libera da progressione mantenendo una buona qualità di vita.

Lo studio ha messo a confronto il trattamento con Olaparib ( compresse due volte al giorno ) verso chemioterapia ( attuale standard di trattamento ), dimostrando un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo in termini di sopravvivenza libera da progressione.

Olaparib è un inibitore orale della ADP-ribosio polimerasi ( PARP ) che sfrutta le carenze dei meccanismi di riparazione del DNA tumorale per indurre selettivamente la morte delle cellule cancerose ( apoptosi ), ed è disegnato per agire sui meccanismi di risposta del DNA danneggiato ( DDR-DNA damage response ) nelle cellule tumorali.
Olaparib è il primo inibitore PARP a essere stato approvato per i pazienti con carcinoma ovarico, recidivante, legato a mutazione BRCA e Platino-sensibile.

OLYMPIAD è uno studio di fase III, randomizzato, multicentrico che ha valutato la sicurezza e l’efficacia di Olaparib ( 300mg due volte al giorno ) rispetto alla terapia standard con chemioterapia ( Capecitabina, Vinorelbina, Eribulina ) in 302 pazienti con tumore al seno metastatico HER2 negativo, con mutazioni della linea germinale BRCA1 e BRCA2, con sospetto o conferma di effetto deleterio.
Lo studio internazionale è stato condotto in 19 Paesi in Europa, Asia, Nord America e Sud America.
L’endpoint primario è rappresentato dalla sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) misurata mediante revisione centrale indipendente in cieco ( Blinded Independent Central Review, BICR ). Gli endpoint secondari comprendono: sopravvivenza globale ( OS ), tempo trascorso prima di una seconda progressione o di decesso ( PFS2 ), tasso di risposta obiettiva ( ORR ), e l’effetto sulla qualità di vita in relazione alla salute ( HRQoL ).

BRCA1 e BRCA2 sono geni che producono proteine coinvolte nella riparazione dei danni del DNA e hanno un ruolo importante nel mantenimento della stabilità genetica delle cellule. Quando uno di questi geni è mutato, o alterato, e le proteine non vengono prodotte o non funzionano correttamente, il danno del DNA potrebbe non essere riparato in modo corretto. Di conseguenza, le cellule hanno più probabilità di sviluppare ulteriori alterazioni genetiche che possono provocare il tumore.
Le mutazioni ereditarie dei geni BRCA1 e BRCA2 aumentano il rischio di tumori alla mammella e all’ovaio, e sono state associate a un elevato rischio di numerosi tipi di cancro.
Insieme, le mutazioni BRCA1 e BRCA2 rappresentano il 20-25% dei tumori al seno ereditari e circa dal 5 al 10% di tutti i tumori mammari. Inoltre, le mutazioni BRCA1 e BRCA2 sono presenti complessivamente nel 15% dei tumori all’ovaio.
I tumori al seno e all’ovaio associati alle mutazioni BRCA1 e BRCA2 tendono a svilupparsi in età inferiore rispetto a quelli non-ereditari. ( Xagena2017 )

Fonte: AstraZeneca, 2017

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