Oncologia & Immuno-Oncologia
Aggiornamento in Medicina
Sono stati presentati ala Congresso dell’ASCO, nuovi dati di sopravvivenza a lungo termine di due studi, CA209-003 ( fase I ) e CA209-010 ( fase II ), che hanno valutato Nivolumab ( Opdivo ) a dosaggi diversi in pazienti con carcinoma a cellule renali ( RCC ) in stadio avanzato precedentemente trattati.
I risultati includono il primo report dei dati di sopravvivenza a 4 e 5 anni della coorte di pazienti ( n=34 ) con carcinoma a cellule renali avanzato dello studio -003, in cui la sopravvivenza globale ( OS ) era un endpoint esplorativo.
Nello studio -003 il 38% dei pazienti era ancora vivo dopo 4 anni e il 34% dopo 5 anni.
Nello studio -010 ( n=167 ), in cui la sopravvivenza globale era un endpoint secondario, il 29% dei pazienti era ancora vivo dopo 4 anni.
Il profilo di sicurezza a lungo termine di Nivolumab negli studi -003 e -010 era in linea con i risultati ottenuti in studi precedenti e nessuna nuova segnalazione di sicurezza è stata fatta dopo più di 4 anni di follow-up.
Sono state anche presentate ulteriori analisi dei dati di qualità di vita correlate alla salute, un endpoint secondario dello studio di fase III, CheckMate -025, che ha valutato Nivolumab versus Everolimus ( Afinitor ) in pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato che avevano precedentemente ricevuto una terapia anti-angiogenica.
In questo studio, il 55.4% dei pazienti trattati con Nivolumab ha manifestato un miglioramento clinicamente importante dei sintomi correlati alla malattia, come definito nello studio, contro il 36.7% dei pazienti trattati con Everolimus.
Studio CA209-003
Lo studio -003 è uno studio di fase Ib, in aperto, multicentrico, multidose, di incremento della dose, che sta valutando Nivolumab in 306 pazienti con neoplasie maligne in stadio avanzato o in recidiva.
L'endpoint primario era la sicurezza e la tollerabilità del farmaco. Gli endpoint secondari includevano il tasso di risposta obiettiva ( ORR ), mentre la sopravvivenza globale era un endpoint esplorativo.
I risultati dello studio -003 presentati al Congresso ASCO si focalizzano sulla coorte di 34 pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato che hanno ricevuto da 1 a 5 precedenti terapie sistemiche e sono stati trattati con Nivolumab al dosaggio di 1 mg/kg oppure 10 mg/kg per via endovenosa ogni due settimane.
Dopo 4 anni il tasso di sopravvivenza globale nei pazienti trattati con Nivolumab era pari al 38% con una sopravvivenza mediana globale di 22.4 mesi ( IC 95%: 12.5 - NS, non-stimabile ) e il tasso di sopravvivenza a 5 anni è risultato pari al 34%, con un follow-up minimo di 50.5 mesi.
Il profilo di sicurezza a lungo termine di Nivolumab nello studio -003 era in linea con quanto osservato in studi precedenti e nessuna nuova segnalazione di sicurezza è stata evidenziata dopo più di 4 anni di follow-up.
Gli eventi avversi di grado 3-4, correlati al trattamento, si sono manifestati nel 17.6% dei pazienti. Le reazioni avverse di ogni grado, correlate al trattamento, che hanno portato alla sospensione della terapia hanno interessato l'8.8% dei pazienti.
Studio CA209-010
Lo studio -010 è uno studio di fase II, randomizzato, che sta valutando Nivolumab a diversi dosaggi in 167 pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato precedentemente trattati.
I pazienti che avevano ricevuto da 1 a 3 linee di trattamento ( con almeno una contenente un farmaco anti-angiogenico ) sono stati trattati con Nivolumab ( 0.3; 2 o 10 mg/kg ) ogni tre settimane per via endovenosa.
Endpoint primario era la dose-risposta secondo sopravvivenza libera da progressione. Endpoint secondari includevano il tasso di risposta obiettiva ( ORR ), la sopravvivenza globale e la sicurezza.
Dopo 4 anni, il tasso di sopravvivenza globale nei pazienti trattati con Nivolumab è stato pari al 29%, con una sopravvivenza mediana globale di 23.4 mesi ( IC 95%: 17.7 – 26.9 ), a un follow-up minimo di 49.2 mesi.
Il tasso di risposta obiettiva è stato pari al 21.6% ( IC 95%: 15.6 – 28.6 ) con una durata mediana della risposta di 23 mesi.
Il tempo mediano alla risposta è stato di 2.8 mesi ( range: 1.2 – 10.0 ).
Nello studio -010, il profilo di sicurezza a lungo termine di Nivolumab è risultato in linea con quanto rilevato in precedenti studi, e nessuna nuova segnalazione di sicurezza è stata emessa dopo circa 4 anni di follow-up.
Gli eventi avversi di grado 3-4, correlati al trattamento, si sono manifestati nel 14.4% dei pazienti nello studio -010. Le reazioni avverse di ogni grado, correlate al trattamento, che hanno portato alla sospensione della terapia si sono manifestate nel 9.6% dei pazienti.
Studio CheckMate -025
CheckMate -025 è uno studio randomizzato, di fase III, in aperto, che ha valutato Nivolumab versus Everolimus in pazienti con carcinoma renale a cellule chiare in stadio avanzato, precedentemente trattati, in progressione dopo una terapia anti-angiogenica. 410 pazienti sono stati randomizzati a Nivolumab ( 3 mg/kg per via endovenosa ogni 2 settimane ) e 411 a Everolimus ( 10 mg per via orale 1 volta al giorno ).
L'endpoint primario dello studio era la sopravvivenza globale; endpoint secondari includevano il tasso di risposta obiettiva, la sopravvivenza libera da progressione, la qualità di vitae la sicurezza.
La qualità di vita riportata dai pazienti è stata misurata utilizzando la scala FKSI-DRS ( Functional Assessment of Cancer Therapy–Kidney Symptom Index–Disease Related Symptoms ), specifica per il rene, e il questionario EQ-5D ( European Quality of Life - 5 Dimensions ). La qualità di vita è stata misurata al basale in circa 361 pazienti randomizzati a Nivolumab e in 343 randomizzati a Everolimus.
Una percentuale più elevata di pazienti trattati con Nivolumab ha manifestato un significativo miglioramento della qualità di vita correlata alla salute ( definita come un incremento di 2 punti rispetto al basale, utilizzando la scala FKSI-DRS ), rispetto ai pazienti trattati con Everolimus ( rispettivamente 200 [ 55.4% ] di 361 vs 126 [ 36.7% ] di 343 ).
Il tempo mediano al miglioramento dei sintomi correlati alla malattia è stato di 4.7 mesi con Nivolumab ( IC 95%: 3.7 – 7.5 ) e non era invece determinabile con Everolimus per il limitato numero di pazienti che hanno manifestato miglioramento dei sintomi. ( Xagena2016 )
Fonte: BMS, 2016
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