Oncologia & Immuno-Oncologia
Aggiornamento in Medicina
Il tumore osseo a cellule giganti è un tumore osteolitico molto raro, aggressivo e progressivo per il quale non esiste un trattamento farmacologico standard o chemioterapico.
Sono stati riportati i dati intermedi di sicurezza e di efficacia di uno studio di fase 2 su Denosumab ( Xgeva ) nei pazienti con tumore osseo a cellule giganti.
È stato condotto uno studio di fase 2, internazionale, in aperto, a gruppi paralleli, su pazienti con tumore osseo a cellule giganti confermato da dati istologici e malattia attiva misurabile per via radiografica.
I pazienti eleggibili erano adulti o adolescenti maturi dal punto di vista scheletrico con prove radiografiche di almeno un osso lungo maturo e con almeno 12 anni di età e peso di almeno 45 kg.
I pazienti sono stati divisi in 3 coorti: pazienti con tumore osseo a cellule giganti non-curabile chirurgicamente ( coorte 1 ), pazienti con tumore osseo a cellule giganti curabile chirurgicamente per i quali la chirurgia era associata a morbilità grave ( coorte 2 ), e pazienti di un precedente studio su Denosumab per il tumore osseo a cellule giganti ( coorte 3 ).
I pazienti nelle coorti 1 e 2 hanno ricevuto 120 mg di Denosumab per via sottocutanea ogni 4 settimane con dosi di carico nei giorni 8 e 15 del primo ciclo; quelli nella coorte 3 hanno proseguito il regime dello studio precedente.
Lo stato di malattia e il beneficio clinico determinati dai ricercatori sono stati valutati ogni 4 settimane.
L’endpoint primario era il profilo di sicurezza di Denosumab in termini di eventi avversi e anomalie di laboratorio.
Gli endpoint secondari prespecificati erano il tempo alla progressione della malattia nella coorte 1, e la proporzione di pazienti senza alcun intervento chirurgico a 6 mesi nella coorte 2.
Le analisi di sicurezza hanno incluso tutti i pazienti che avevano ricevuto almeno una dose di Denosumab.
Le analisi di efficacia hanno incluso tutti i pazienti eleggibili che avevano ricevuto almeno una dose di Denosumab.
Nello studio, 282 pazienti, inclusi 10 adolescenti, sono stati arruolati nel periodo 2008-2011.
Dei 281 pazienti analizzabili per la sicurezza, 3 ( 1% ) sono andati incontro a osteonecrosi della mandibola e 15 ( 5% ) a ipocalcemia.
I più comuni eventi avversi di grado 3-4 sono stati ipofosfatemia, che si è presentata in 9 ( 3% ) pazienti, e anemia, dolore alla schiena e dolore alle estremità, ciascuno dei quali si è presentato in 3 pazienti ( 1% ).
Eventi avversi gravi sono stati riportati in 25 ( 9% ) pazienti e non sono stati riportati decessi legati al trattamento.
In base alla valutazione dei ricercatori dello stato di malattia, 163 dei 169 ( 96% ) pazienti analizzabili nella coorte 1 non hanno mostrato progressione della malattia dopo un follow-up mediano di 13 mesi ( intervallo interquartile, IQR 5.8-21.0 ).
Nella coorte 2, 74 dei 100 ( 74% ) pazienti analizzabili non sono stati sottoposti a intervento chirurgico e 16 dei 26 ( 62% ) pazienti sottoposti a intervento chirurgico sono stati sottoposti a procedure con minore morbilità rispetto a quanto pianificato.
Il follow-up mediano nella coorte 2 è stato di 9.2 mesi ( IQR 4.2-12.9 ).
In conclusione, gli eventi avversi sono risultati in linea con il profilo di sicurezza già noto per Denosumab.
Denosumab è stato associato a risposte tumorali e a una ridotta necessità di interventi chirurgici con morbilità in pazienti con tumore osseo a cellule giganti.
Denosumab rappresenta una nuova opzione di trattamento per i pazienti con tumore osseo a cellule giganti. ( Xagena2013 )
Chawla S et al, Lancet Oncol 2013; 14: 901-908
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