Oncologia & Immuno-Oncologia
Aggiornamento in Medicina
Mutazione di EGFR
Nei casi che, nonostante le raccomandazioni, per un motivo contingente non avessero ricevuto un
inibitore di EGFR come trattamento di prima linea né come terapia di mantenimento, il trattamento
di prima scelta è un inibitore della tirosin-chinasi di EGFR.
Una chemioterapia tipo prima linea può essere considerato lo standard di trattamento in seconda
linea per i pazienti in progressione dopo aver ricevuto un trattamento di prima linea con un inibitore
di tirosin-chinasi di EGFR.
Il tentativo di proseguire, dopo la progressione di malattia, la somministrazione dell’inibitore di
EGFR aggiungendo la chemioterapia non ha prodotto un miglioramento della sopravvivenza libera
da progressione rispetto alla chemioterapia da sola.
In casi selezionati è possibile, a giudizio del clinico, proseguire il trattamento oltre la progressione
RECIST, con o senza l’impiego di trattamenti ablativi locali ( radioterapia, chirurgia, SBRT,
etc. ). Tale strategia non è al momento supportata da studi randomizzati ma consente, in alcuni casi
( progressione lenta, oligometastatica ), di proseguire il trattamento con l’inibitore per un tempo non
trascurabile, oltre la progressione RECIST e prima della progressione clinica.
Varie molecole di terza generazione ( tra cui AZD9291 e Rociletinib ), al momento non-disponibili nella pratica clinica ma all’interno di studi clinici, sono in via di sperimentazione, ed hanno dimostrato una elevata attività, in particolare nei casi selezionati per la presenza di mutazione EGFR T790M.
Traslocazione di ALK
In uno studio randomizzato di fase 3, condotto in pazienti selezionati per la presenza di traslocazione di ALK determinata mediante FISH, che avessero fallito una terapia di prima linea contenente Platino, Crizotinib ha dimostrato un significativo prolungamento della sopravvivenza libera da progressione ( endpoint primario dello studio ) rispetto al trattamento chemioterapico di seconda linea ( Pemetrexed o Docetaxel ).
La sopravvivenza libera da progressione mediana è risultata pari a 7.7 mesi con Crizotinib, rispetto a 3.0 mesi con la chemioterapia.
Crizotinib ha inoltre prodotto un significativo incremento delle risposte obiettive, e un
significativo miglioramento nel controllo dei sintomi e nella qualità di vita globale.
Crizotinib è attualmente indicato in Italia per il trattamento di seconda linea, sulla base dell’evidenza prodotta da questo studio.
Altri farmaci diretti contro ALK sono attualmente in sperimentazione. Sulla base dei risultati
di uno studio di fase I che ha dimostrato elevata attività anche in casi pretrattati con Crizotinib, Ceritinib ha ricevuto indicazione all’impiego nella pratica clinica da parte di FDA ( aprile 2014 ) ed EMA ( maggio 2015 ) nei casi con traslocazione di ALK dopo fallimento di Crizotinib. ( Xagena2015 )
Fonte: Lineeguida Tumore al polmone AIOM, 2015
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