Oncologia & Immuno-Oncologia
Aggiornamento in Medicina
È stato condotto uno studio per stimare le associazioni tra uso di beta-bloccanti, inibitori dell’enzima che converte l’angiotensina ( ACE inibitori ) o bloccanti del recettore dell’angiotensina ( ARB; sartani ) e ricorrenza di tumore mammario in un’ampia coorte danese.
Nello studio sono state arruolate 18733 donne con diagnosi di carcinoma al seno non-metastatico tra il 1996 e il 2003.
I dati relativi a pazienti, trattamento e ricorrenza a 10 anni sono stati forniti dal registro DBCG ( Danish Breast Cancer Cooperative Group ).
Prescrizioni e storie mediche sono state valutate mediante collegamenti, rispettivamente, ai registri National Prescription Registry e Registry of Patients.
L’esposizione a beta-bloccanti è stata definita in modo aggregato e in base a solubilità, selettività del recettore e singolo farmaco.
Le esposizioni ad ACE inibitori e sartani sono state definite in modo aggregato.
Le associazioni di ricorrenza sono state stimate con modelli di regressione a variabile multipla di Cox nei quali l’esposizione al farmaco con variazioni nel tempo è stata sfalsata di 1 anno.
Rispetto a chi non ne aveva mai fatto uso, le utilizzatrici di un qualunque beta-bloccante hanno mostrato un minor rischio di ricorrenza in modelli non-aggiustati ( hazard ratio [ HR ] non-aggiustato=0.91 ) e un rischio di ricorrenza lievemente più alto nei modelli aggiustati ( HR aggiustato=1.3 ).
Le associazioni sono risultate simili per esposizioni definite in base alla selettività del recettore e della solubilità.
Benché la maggior parte dei singoli beta-bloccanti non abbia mostrato un’associazione con la ricorrenza, Metoprololo e Sotalolo sono risultati associati a un aumento dei tassi di ricorrenza ( HR aggiustato per Metoprololo=1.5; HR aggiustato per Sotalolo=2.0 ).
Gli ACE inibitori sono risultati associati a un lieve aumento nel rischio di ricorrenza, mentre i sartani non sono risultati associati alla ricorrenza ( HR aggiustato per ACE inibitori=1.2; HR aggiustato per sartani=1.1 ).
In conclusione, questi dati non sostengono l’ipotesi che i beta-bloccanti riescano ad attenuare il rischio di ricorrenza di tumore alla mammella.
Sørensen GV et al, J Clin Oncol 2013; 31: 2265-2272
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